Modena meets Misano
Lotto 113:
La squadra di Modena per tre anni gestì anche delle motociclette che vinsero svariate corse in giro per tutta Italia. Lo schema era la stesso che animava la Scuderia Ferrari nelle quattro ruote: aiutare clienti sportivi che intendevano cimentarsi nelle competizioni mettendo loro a disposizione uomini, mezzi e supporto tecnico. Enzo Ferrari, inoltre, credeva molto nel motociclismo come attività formativa per i piloti che avrebbe potenzialmente dovuto affiancare ai gentlemen driver in gare di durata. Le moto impiegate dalla Scuderia con sede a Modena furono quasi sempre inglesi. Non che non esistessero motociclette italiane competitive: le Bianchi e le Moto Guzzi lo erano eccome, ma non venivano messe in vendita a strutture private. A Enzo Ferrari dunque non era rimasto che puntare su Rudge e Norton. La prima casa Ferrari l’aveva conosciuta in campo automobilistico dal momento che la Rudge-Whitworth aveva messo a punto un cerchio che permetteva di essere montato sui mozzi in maniera decisamente più veloce rispetto alla concorrenza, un brevetto che l’aveva fatta preferire alla concorrenza. Le moto della Scuderia Ferrari debuttarono con una vittoria. Era il 28 marzo 1932 quando Guglielmo Sandri, su una Rudge 350cc, si impose nel Gran Premio Primavera a Modena. In appena tre anni arrivarono 44 vittorie e tre titoli nazionali grazie ai piloti milanesi Giordano Aldrighetti nel 1932 (classe 250cc) e nel 1933 (classe 500cc) e Aldo Pigorini nel 1934 (classe 350cc). Le ultime apparizioni furono nel mese di agosto al Trofeo Acerbo, in cui Pigorini si impose nella sua classe, e nella Coppa Adriatico di Rimini.
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